Novembre 8, 2025

Michele Danese a Casa Serie A: “Il Napoli torna alle origini. Spalletti? Coerenza è anche cambiare idea”

Intervenuto durante la nuova stagione di Casa Serie A, il talk calcistico condotto da Max Viggiani e prodotto da CasaNapoli.net, in onda su One TV (canale 79 del digitale terrestre), il direttore sportivo e analista sportivo Michele Danese ha offerto una riflessione articolata sull’attuale momento del calcio italiano.

Dal ritorno al 4-3-3 del Napoli alle scelte di Luciano Spalletti, passando per la credibilità del sistema arbitrale e i divieti ai tifosi, Danese ha tracciato un quadro lucido e senza filtri.

“Senza De Bruyne, il Napoli ha riscoperto se stesso”

Nel corso della trasmissione, Danese ha evidenziato come l’infortunio di Kevin De Bruyne abbia, paradossalmente, giovato alla squadra partenopea.

“Il Napoli è tornato a giocare con il 4-3-3 che conosce a memoria. Con Anguissa e McTominay che segnano grazie agli inserimenti, si è rivisto quel calcio che ha portato allo scudetto.”

Secondo Danese, l’equilibrio ritrovato è anche merito del ritorno a un impianto tattico familiare:

“Lobotka resta il giocatore più sottovalutato d’Europa. Sa dove andare con il pallone prima ancora di riceverlo. La sua presenza rende tutto più fluido.”

“Il tatuaggio di Spalletti? Un ricordo, non un giuramento”

Sollecitato sulle vecchie dichiarazioni di Luciano Spalletti, che in passato aveva escluso un approdo alla Juventus, Danese ha difeso il CT della Nazionale da accuse di incoerenza:

“Quel tatuaggio è il ricordo di un momento, non un giuramento eterno. Dopo 33 anni, se vinci con il Napoli è normale celebrarlo. Poi le carriere prendono pieghe imprevedibili.”

Ha aggiunto:

“Anche Manna, oggi di nuovo alla Juve, ha un tatuaggio bianconero. I percorsi nel calcio si evolvono. Essere coerenti non significa restare fermi.”

“Errore multiplo sul rigore. Il VAR deve intervenire”

Riguardo al contestato rigore assegnato in Napoli-Inter, Danese ha raccontato un dettaglio curioso:

“Ero dietro la porta. Prima del tiro, ho sentito Lautaro gridare ‘Chiricocio’, una parola usata in Sud America per portare sfortuna all’avversario. Non ha sbagliato… ma si è fatto male.”

Sul piano tecnico ha criticato l’intera gestione dell’episodio:

“Il guardalinee può sbagliare, ma oggi il VAR è lì per questo. Se nessuno interviene, è un errore di squadra. Così si mina la fiducia nel sistema.”

“Bloccare i tifosi per residenza è una sconfitta culturale”

Danese ha infine espresso perplessità sul divieto di vendita dei biglietti ai tifosi del Napoli residenti in Lombardia per la gara con l’Inter:

“Molti tifosi del Napoli vivono e lavorano al Nord. Non hanno colpe, eppure vengono penalizzati. È una scelta che colpisce proprio chi rispetta le regole.”

E ha concluso:

“Nel calcio inglese le tifoserie convivono. In Italia si preferisce generalizzare e impedire, invece di educare.”

Tra spunti tattici, osservazioni sociali e retroscena di campo, Michele Danese ha regalato una lettura chiara e mai banale delle dinamiche del calcio italiano. Casa Serie A conferma il suo ruolo di spazio libero per un racconto critico ma appassionato dello sport più seguito del Paese.