Novembre 8, 2025

Milan: Un pareggio che pesa, ma non spezza l’identità

Il 5 ottobre 2025 resterà una tappa significativa nella stagione del Milan: allo Stadium, contro la Juventus guidata da Tudor, i rossoneri tornano da Torino con un pareggio a reti inviolate, un risultato che lascia sensazioni contrastanti.

0‑0, con un rigore fallito da Pulisic e una Juve altrettanto imbrigliata: alla fine, forse un punto giusto, ma è doveroso chiederci cosa dicono questo tipo di partite sul percorso stagionale dei rossoneri.

Da una parte, il Milan può guardare con un filo di soddisfazione: non ha subito gol, ha tenuto l’equilibrio contro un avversario sempre ostico, ha lottato fino all’ultimo. Ma dall’altra, ciò che manca è la capacità di incidere, di spingere l’acceleratore in momenti decisivi, e soprattutto quella lucidità negli ultimi 20 metri che separa una X dalla vittoria.

Il rigore sbagliato: simbolo di “quasi”

La svolta potenziale della partita si è consumata al 53′, quando Giménez è stato atterrato da Kelly e l’arbitro ha assegnato il rigore. Sul dischetto ci è andato Pulisic, che però ha calciato alto sopra la traversa. Quella occasione fallita è diventata simbolica: un momento in cui il Milan avrebbe potuto cambiare l’inerzia della serata e forse strappare tre punti. Invece la chance sfumata ha gelato la squadra e alimentato i rimpianti.

Nei big match servono quei momenti, serve trasformare le occasioni. E quando non lo fai, paghi il prezzo di restare a mani vuote.

Difesa solida, attacco in affanno

Uno degli aspetti positivi del match è la compattezza difensiva rossonera: con Maignan in ottima forma e un reparto che ha retto bene ai tentativi bianconeri, il Milan ha mostrato la solidità necessaria per competere ai vertici. Complimenti vanno alla capacità di non concedere spazi, di mantenere ordine e concentrazione per l’intero arco della gara.

Ma l’attacco fatica a fare la differenza contro difese ben messe. Le occasioni – poche e spesso poco sfruttate – hanno evidenziato come la squadra perda fluidità nei momenti decisivi, e come la fase conclusiva pecchi di mezzi o di coraggio.

In particolare, oltre al rigore fallito, nel finale anche Leão ha avuto una doppia chance che non ha saputo concretizzare. Situazioni di contatto con l’area avversaria, ma poca freddezza sotto porta.

Il ritorno di Allegri da ex: una partita dentro la partita

Il tecnico rossonero tornava a Torino da avversario, sfidando il club che ha rappresentato una parte importante del suo percorso. In questo senso, la gara ha avuto anche una dimensione simbolica: non solo calcio, ma emozione, memoria, ambizione.

Il fatto che la partita sia rimasta in equilibrio riflette la voglia di non sfigurare, ma forse anche la paura (o il timore) di sbilanciarsi troppo.

La Juve di Tudor ha preso le contromisure e non ha concesso molti spazi, mettendo pressione e giocando con accortezza. È una sfida che ha messo in luce quanto sia sottile il confine tra l’audacia e il rischio. Il pareggio – forse – è il risultato più coerente con la partita che abbiamo visto.

Classifica e slancio mentale

Con questo pareggio, il Milan interrompe la serie di quattro vittorie consecutive in Serie A e scivola a –2 dai vertici (Napoli e Roma) che al momento guidano la classifica. Non è certo un distacco incolmabile, ma è un campanello d’allarme: restare attaccati al vertice richiede continuità e capacità di vincere anche quando non si domina.

Dal punto di vista mentale, il rischio è che partite come queste generino frustrazione: la sensazione di “avremmo potuto” si insinua in squadra e nei tifosi. Invece, serve metabolizzare il pareggio come elemento di crescita: imparare dalle occasioni mancate, affinare la gestione del momento, evitare cali di lucidità.

Il bilancio attuale e la prospettiva

Nel complesso, il Milan vive un momento interessante: non è ancora perfetto, non è sempre brillante, ma mostra segnali positivi di identità e organizzazione. La difesa tiene, il centrocampo riesce a dare ordine, ma l’attacco deve trovare quelle scintille che trasformano la competizione in supremazia. Le big non ti perdonano, e nei prossimi mesi ogni punto potrà pesare.

Se Allegri saprà stimolare la squadra a crescere in personalità e concretezza, quel “quasi” che ancora accompagna molte prestazioni potrà lentamente trasformarsi in vittoria. Il calendario non è generoso, ma il Milan ha le potenzialità per restare al tavolo dei grandi.

In fondo, il pareggio di ieri dice: non siamo ancora arrivati, ma non siamo nemmeno stanchi di provarci.